CRISI BANCARIA E TENTATIVI DI RIORDINO

 Il settore bancario è in crisi da diversi decenni. Vari sono stati i tentativi di un suo riassetto. Si è cercato ad esempio di introdurre attività di investimento finanziario nel settore, dando alle banche la possibilità di operare nei mercati speculativi. 

Soluzione che ha portato le banche pioniere ad un deficit perenne per eccessive perdite, risultato ovvio e scontato data l 'incompatibilità normativa e strutturale degli enti di intermediazione del credito con le leggi del mercato finanziario,  caratterizzato da un alta leva di rischio. 

Tra le ultime soluzioni che gli alti ranghi bancari intendono approntare, per le quali occorrerebbe il sostegno dei governi, v'è quella di creare un gruppo ristretto di operatori bancari che andrebbe ad assumere una posizione di controllo esclusivo e monopolio. 

Ma quali le ripercussioni pratiche?

Qualsiasi economista moderno sarebbe concorde nel sostenere che introdurre un monopolio in un mercato non genera crescita. Infatti è scontato che eliminando la competizione fra gli operatori si andrebbe ad escludere anche la possibilità di offerta diversificata, in altre parole i tassi di interesse verrebbero ad uniformarsi in quanto dettati da un unico ente, con conseguente esclusione dal mercato creditizio di grandi quote di cittadini( artigiani, operai, professionisti ecc.)non più disposti o impossibilitati ad accedere al credito. 

A parere dello scrivente la soluzione deve partire dal basso, nel senso che il risparmiatore deve poter scegliere come investire i propri soldi. Occorre per dare impulso uno spostamento dei capitali e la tecnologia odierna ci offre le cd. Criptovalute con le quali migliaia di persone si sono arricchite. È ovvio, tuttavia, che si tratta di una strada non percorribile da tutti ed è fondamentale affidarsi a dei professionisti. 

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